---> 30 novembre 2012 ore 21.30 <---

---> 09 dicembre 2012 ore 18.30 <---

Le AntigoniLe Antigoni di Sofocle; Brecht; Wail


La follia. Intesa come stato della mente e non come patologia. Intesa come necessita' di comunicare in un ambiente dove nessuno intende ascoltare. Ecco quindi che Antigone, nel dialogo iniziale, parla come se la sorella fosse presente, come se le rispondesse: invece e' sola, completamente sola. Questo monologo iniziale ci fa comprendere la solitudine di Antigone. Inascoltata, abbandonata, pretenziosa nel chiedere che le venga riconosciuto un suo diritto. Antigone come Artemisia Gentileschi, violata, isolata, ma non forte come Artemisia, tanto da non reggere la prigionia e porvi fine con un colpo di pistola. Si perche' esattamente come Brecht, che colloco' qualche millennio piu' avanti la sua Antigone, cosi questa messa in scena non si svolge al tempo della classicita' bensi' ai giorni nostri.Due bande giovanili si sono scontrate per il controllo di un territorio, entrambi i capi sono rimasti sul terreno, ma il poliziotto incaricato di riportare l'ordine, ora che nessuna banda prevale, ha fatto seppellire uno dei due e, pur essendo entrambi suoi nipoti, lascia per strada l'altro, come monito affinche' cio' che e' accaduto non si ripeta. Il testo e' esattamente quello di Sofocle, a collocarci in questa di metropoli altra, non riconoscibile ma comunque contemporanea; e' lo stesso Polinice che, sempre in scena, cadavere, si permette, cosa concessa solo a chi e' in una dimensione piu' alta, di raccontare la sua storia e puntualizzare gli avvenimenti. Un incipit che occhieggia alla scena iniziale di Sunset Boulevard di Billy Wilder. Continua.....





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